Nel 2007 i capi di Stato e di governo dell'Unione europea hanno firmato il trattato di Lisbona completando il processo avviato dai trattati di Amsterdam e di Nizza, volto a rafforzare l'efficienza e la legittimità democratica dell'UE nonché a migliorare la coerenza della sua azione. Il trattato di Lisbona modifica il trattato sull'Unione europea, il trattato che istituisce la Comunità europea e il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica.
E così, mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra accade il nostro
destino, ma non c’è nessuno a osservare. Accade per esempio il trattato di Lisbona, il quale, come tutte le cose che ridisegnano la Storia, che decidono della nostra esistenza, che consegnano a
poteri immensi immense fette del nostro futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come nell’Antisistema.
Pensate: stiamo tutti per diventare cittadini di un enorme Paese che non è
l’Italia, governati da gente non direttamente eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a noi sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non abbiamo scelto,
e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e molto altro ancora. E’ il trattato di Lisbona, vi sta accadendo sotto al
naso, qualcuno vi ha detto nulla? Ribadisco: fra poco Montecitorio potrebbe essere un palazzo dove qualche centinaio di burocrati dimenticati si aggirano fingendo di contare ancora qualcosina;
fra poco la Costituzione italiana potrebbe essere un poemetto che viene ricordato agli alunni delle scuole come un pezzo di una vecchia storia; fra poco una maggioranza politica che non sa
neppure cosa significa la parola calzino potrebbe trovarsi a decidere come noi italiani ci curiamo, se avremo le pensioni, cosa insegneremo a scuola, come invecchieremo, o se dobbiamo entrare in
guerra, e così per tutto il resto della nostra vita.
Il Patto di bilancio europeo, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria(conosciuto anche con l'anglicismo fiscal compact, letteralmente "patto finanziario"), è un accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell'Unione europea[1], con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, entrato in vigore il 1º gennaio 2013.
Il patto contiene una serie di regole, chiamate "regole d'oro", che sono vincolanti nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio[2]. Ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca[3], tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato il trattato.
La Dichiarazione si compone di 30 articoli che sanciscono i diversi diritti di ogni persona.
Questi diritti, pur ricevendo all’interno della DUDU una trattazione separata, sono tra loro interdipendenti e indivisibili.
-Gli articoli 1 e 2, che rappresentano la base dell’intera Dichiarazione, stabiliscono come principio fondamentale che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.
-Gli articoli dal 3 al 21 sanciscono i diritti civili e politici delle persone e comprendono, tra gli altri, i diritti: alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona; alla libertà dalla tortura e dalla schiavitù; alla partecipazione politica; alla libertà di opinione e di espressione; alla libertà di pensiero, coscienza e religione; alla libertà di associazione e riunione.
-Dal 22 al 27 troviamo affermati invece i diritti economici, sociali e culturali, che comprendono i diritti: alla sicurezza sociale; al lavoro; al riposo e allo svago; all’educazione; a un soddisfacente tenore di vita; al cibo; a un’abitazione; alla salute.
-Gli ultimi articoli (28, 29 e 30), infine, danno delle disposizioni che ci dicono come realizzare pienamente i diritti, perché ognuno deve vivere in una società dove tutti i diritti umani sono rispettati e
perché la libertà e i diritti di una persona non possono limitare la libertà e i diritti delle altre.